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Non c’è nulla come un piatto di spaghetti mangiato in compagnia che sa parlarci di serate tra amici, di ricordi, di rimpatriate,di serenità, di unità.Di quel collante specialissimo che compare solamente intorno ad una tavola imbandita,e non necessariamente di pietanze costose.Ad ogni latitudine ed in ogni cultura,mangiare insieme rappresenta la riunione di affetti e la condivisione di intimità.
E non c’è nulla di maggiormente napoletano che sa ottenere questi risultati più degli spaghetti alla puttanesca.Ci sono varie leggende intorno al nome di questo piatto,ciascuna carina ed intrigante;non mi soffermerò su di esse quanto piuttosto ci tengo ad evidenziare la necessità di utilizzare prodotti di prima qualità per raggiungere una pietanza di gusto eccezionale sebbene molto semplice nella preparazione.
SPAGHETTI ALLA PUTTANESCA (4 persone)
350 gr spaghetti – 150 gr olive nere di Gaeta – 50 gr capperi di Pantelleria – mezzo bicchiere di olio d’oliva – 500 gr pomodori pelati – 2 spicchi d’aglio – sale – peperoncino
Mettete al fuoco una padella capiente con l’olio e l’aglio e quando questi sarà biondo unite olive e capperi e il peperoncino.Fate andare per qualche minuto e poi unite i pelati,regolate di sale e portate a cottura per una decina di minuti. Nel frattempo cuocete gli spaghetti in abbondante acqua salata e scolateli molto al dente.Versateli nella padella e saltate per un minuto o due. Servite subito con una leggera spolverata di prezzemolo tritato.
Nelle case stabiesi questo è un piatto che si usa anche quando si va di fretta.Comunque, ricordo che gli spaghetti “aulive e chiapparielli” erano i sovrani delle serate estive, in special modo quando giungevano amici inaspettati e magari una serata qualunque si trasformava in una occasione di allegria.
…
gioacchino ruocco ha detto:
Cara Cinzia, finalmente ho fatto contenta mia moglie, sono andato al mare, ma mentre tu mi proponi gli spaghetti alla puttanesca, le mia signora mi ha fatto trovare, preparata dalla cara Violetta, (signora che ci accudisce il mercoledì), una cofana- come dicono qui a Roma- di cappuccina che ho mangiato, prima a malincuore e poi incoraggiato dal sapore che non era disdicevole, fino all’ultima strisciolina. E’ da parecchi giorni che non mangio spaghetti,anche se mi hanno regalato due casse di pomodori di vari formati che sto utilizzando in maniera diversa.
Domani al supermercato farò un sostanzioso rifornimento di spaghetti; sono in arrivo le nipotine dalla Svizzera. Comunque, ho trovato le tue ultime ricette molto fantasiose e vivaci. Non immaginavo che riuscissi con la tua fantasia, che sembra più legata alla nostra tradizione, ad inventarti le cose che proponi che al solo guardarle rallegrano lo spirito.
Cara Cinzia ti faccio i miei complimenti, a parte ti segnalerò un’iniziativa che voglio intraprendere, senza dimenticare i commenti alle tue pietanze.
Attualmente collaboro a OBSERVO, mensile locale su internet, ad AURELIUM e a REDAZIONE CC2013 settimanale ed è mio desiderio mettere su al più presto un blog dal nome RUOCCO Tribù per richiamare a raccolta tutti quelli che mi stimano, mi vogliono bene e si ricordano di me, a incominciare da persone come te che da subito mi dicesti: potremmo essere parenti!
Ti saluto con tutto il mio affetto possibile. Giò
cinziamaria ha detto:
Ben ritrovato Giò.Osservo con piacere che la tua signora ti aiuta a mantenere uno stile di vita sano.Non preoccuparti! che quando arrivano le nipotine dalla Svizzera, ti divertirai! Grazie dei tuoi complimenti,sempre graditissimi. Fammi poi sapere inprivato delle iniziative che intraprenderai. Per ora un saluto caro e………prova qualcuna delle ricette fresche per l’estate! Baci